Le api, paladine della biodiversità: come riconoscerne le varie specie

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Le api sono degli insetti sociali e appartengono, come le vespe e i calabroni, all’ordine degli imenotteri. Alla loro famiglia, ovvero gli Apidi, appartengono diverse specie, ognuna con le proprie caratteristiche: le più comuni, le cosiddette api mellifere, sono una parte importantissima del nostro ecosistema, in quanto contribuiscono a mantenere la biodiversità; la loro attività di impollinazione contribuisce in maniera fondamentale alla conservazione della natura e alla formazione dei frutti.

È grazie a loro che possiamo pertanto trovare ogni giorno sulle nostre tavole gran parte della frutta e della verdura di cui ci nutriamo. Purtroppo negli ultimi decenni l’uso ingente di pesticidi e l’aumento esponenziale dell’inquinamento atmosferico hanno causato una preoccupante riduzione del numero di questi importanti insetti: proprio per queste ragioni nel caso ci trovassimo nella necessità di liberarci di un nido o di una colonia nei pressi della nostra abitazione, sarà cruciale cercare di farlo nella maniera più etica possibile. Il primo passo per raggiungere questo obiettivo è quello di imparare a riconoscere le varie tipologie di ape.

Ape mellifera (Apis mellifera)

Questo tipo di ape è la più diffusa al mondo. In Italia la sua sottospecie più comune è l’Ape mellifera ligustica, conosciuta anche come ape italiana; quando non in cattività, le api mellifere vivono nelle cavità degli alberi o dentro a intercapedini naturali. In genere, queste api sono di colore rosso scuro e presentano una serie di bande nere ed anelli arancioni o gialli sull’addome; la caratteristica più distinguibile sono i peli visibili sul torace. Le zampe sono di colore marrone scuro, quasi nero, e sono dotate di speciali tasche per la raccolta del polline chiamate “cestelle” o “corbicule”.

Le femmine si dividono in due caste: le operaie, che misurano fra i 10 e i 12 mm da adulte e che compongono la grande maggioranza degli esemplari di un alveare, e le regine, leggermente più grandi; queste ultime sono le uniche in grado di accoppiarsi e deporre le uova, e generalmente ve ne è solo un esemplare per ogni alveare. I maschi sono definiti fuchi e da adulti misurano mediamente 15 mm: vengono attirati dalle regine grazie ai feromoni che sono in grado di rilasciare; i loro nidi possono contenere colonie di oltre 30 mila esemplari. Come già detto, le api mellifere sono degli insetti importantissimi per il nostro ecosistema per via della loro attività di impollinazione: con il polline ed il nettare raccolto da piante e fiori, le api producono il miele che è la parte principale della loro dieta; per quale motivo quindi volerle scacciare?

L’unica minaccia che le api mellifere possono rappresentare nei confronti dell’uomo è la loro puntura; le femmine sono infatti munite di un pungiglione di circa 3 mm, situato in una cavità in fondo al loro addome (dal quale sporge soltanto la punta). Quando l’ape si sente minacciata punge il proprio bersaglio, sacrificando il proprio pungiglione che rimane incastrato nella vittima; ciò causa all’ape una ferita letale. Nell’uomo una puntura di ape può causare dolore, arrossamento e gonfiore, ma negli individui allergici può portare anche a conseguenze molto più gravi, come un arresto respiratorio o un collasso del sistema cardiocircolatorio.

Ape solitaria (Osmia cornuta e Osmia rufa)

Le Osmie sono conosciute come “api solitarie” per via del fatto che non costruiscono alveari e non hanno colonie; il loro nido infatti viene costruito all’interno di piccole cavità, in genere all’interno dei fusti delle piante oppure nei fori del legno. Ogni femmina si occupa della propria prole e le singole celle sono tenute separate da una sorta di tappo in polline, che funge da elemento nutritivo per le larve.

Le api solitarie più diffuse nel nostro territorio sono la Osmia cornuta e la Osmia rufa, e si distinguono per delle dimensioni sensibilmente più elevate delle comuni api mellifere (le femmine possono infatti raggiungere anche i 16 mm); la folta peluria rosso scura che le contraddistingue le fa spesso confondere con i più conosciuti bombi. I maschi sono leggermente più piccoli e si possono riconoscere per via del loro capo ricoperto di pelo bianco.

Data la loro natura solitaria ed essendo per questo prive di una colonia da difendere, le Osmie sono degli insetti assolutamente pacifici, che è possibile anche osservare da vicino senza incorrere in particolari rischi: come nel caso delle più comuni api mellifere, anche in questo caso sono solo le api femmine ad essere munite di pungiglione, ma pur essendone dotate lo utilizzano solo in condizioni davvero estreme. Una loro eventuale puntura non risulta comunque particolarmente dolorosa, e non possedendo veleno non c’è rischio nemmeno di shock anafilattico dovuto ad allergie.

Ape della malta (Amegilla albigena, Amegilla quadrifasciata)

Le api cosiddette “della malta” sono in realtà degli insetti apoidei della famiglia Amegilla; questi imenotteri, diffusi su tutto il territorio della penisola italiana, sono noti per via della loro abitudine a nidificare nelle fughe di malta, all’interno delle crepe sui muri oppure nei fori dei mattoni. In natura amano invece scavare delle cavità nel terreno per costruire il proprio nido.

Come le Osmie, anche le Amegilla sono delle api solitarie ed anche nel loro caso il nido viene costruito  dalla femmina in seguito alla fecondazione, creando le cellette dove andrà a deporre le uova. I maschi non partecipano a questo processo e sono particolarmente riconoscibili grazie alla peculiare posizione che assumono in fase di riposo: le si può infatti osservare appese, mediante le mandibole, alle foglie o ai fusti delle piante.

Dal punto di vista estetico, le Amegilla si possono individuare facilmente per via della loro forma piuttosto tozza rispetto alle altre api, ma soprattutto grazie a degli occhi particolarmente grandi e di colore verde. Le varie specie di Amegilla sono piuttosto simili fra loro e si differenziano per il colore del pelo o delle zampe; la loro pericolosità è per l’uomo è prossima allo zero: questi imenotteri infatti non sono aggressivi e non attaccano mai, rivelandosi praticamente innocue.

Ape legnaiola (Xylocopa violacea, Xylocopa virginica)

Le api legnaiole, e più in generale tutti gli insetti del genere Xylocopa, sono così chiamate per la loro abitudine di scavare delle gallerie nel legno tenero al fine di crearsi un nido per deporre le uova; come le Osmie e le Amegilla, anche le Xylocopa sono api solitarie in quanto non costruiscono alveari.

Difficilmente riescono a creare danni seri alle costruzioni dell’uomo con i loro scavi, ed è facile individuarle soprattutto all’esterno di vecchi edifici rurali alla ricerca di una trave marcescente da trasformare in nido; altri posti nei quali tendono a insediarsi sono i cornicioni, gli infissi delle finestre e i mobili da giardino. Queste api sono particolarmente grandi e si attestano in media fra i 2,5 e i 3 centimetri di lunghezza, dimensioni che spesso la portano ad essere confusa con i bombi; il loro volo, oltre ad essere molto rapido, è decisamente rumoroso.

La specie di Xylocopa più comune in Italia è la Xylocopa violacea, il cui nome deriva dal colorito viola cangiante delle sue ali; il corpo è invece nero e presenta anch’esso dei riflessi violacei. Come tutte le api solitarie, anche le legnaiole sono generalmente pacifiche e le loro punture sono un evento piuttosto raro, che avviene solo quando si sentono davvero minacciate e prive di vie di fuga: il veleno dei loro pungiglioni, peraltro, è piuttosto debole e causa nell’uomo solo un piccolo dolore passeggero. Va comunque segnalato che al contrario di altri imenotteri pungitori, la Xylocopa non muore in seguito all’utilizzo del suo pungiglione a meno che questo non si frantumi nel corso dell’attacco.

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