Colombi e piccioni: cosa sono, dove vivono e nidificano, come riconoscerli

Se vogliamo capire come allontanare, o ancor meglio tenere lontani, piccioni e colombi dalle nostre case e in generale alle nostre proprietà è prima necessario conoscerli meglio, capirne le abitudini, distinguerne le razze, sapere dove questi animali nidificano e dove preferiscono vivere. Insomma: “tutto quello che avreste voluto sapere sui piccioni ma non avete mai osato chiedere“.

Di cosa parliamo in questo articolo:

La famiglia dei Colombidi

Gli uccelli della famiglia dei Colombidi sono tra i più diffusi al mondo. Si adattano perfettamente alla vita di città e di campagna e non disdegnano né i climi freddi né quelli molto caldi. La maggior parte della varietà di specie si trova nelle foreste tropicali, ma numerosi esemplari popolano anche savana, praterie, foreste temperate e deserti. Questi volatili, che fanno parte dell’ordine dei Colombiformi, si suddividono in specie che variano molto per dimensioni, abitudini e caratteristiche. Dalla piccola Tortorina Comune (Columbina Passerina) lunga circa 12 centimetri fino alla Gura della Nuova Guinea (Columba Coronata) che può raggiungere anche gli 85 centimetri, ogni specie presenta delle caratteristiche proprie ben definite. La famiglia dei Colombidi comprende circa 300 specie, suddivise in 5 sottofamiglie (Colombini, Diduncolini, Gourini, Otidifabini, Treronini). La diffusa sottofamiglia dei Colombini, di dimensioni medie e dai colori tendenti generalmente al marrone e grigio, comprende ben 181 specie ed è la più comune sul territorio italiano.

Caratteristiche fisiche e abitudini specifiche dei Colombidi

I Colombidi sono fisicamente caratterizzati da un tronco piuttosto massiccio e da un capo proporzionalmente piccolo, con becco di ridotte dimensioni e zampe corte dotate di quattro dita. Le ali sono in proporzione grandi e particolarmente robuste. Un modo immediato per distinguere tra loro colombi e tortore è che solitamente i colombi sono più massicci e mentre le tortore hanno una corporatura più esile e allungata, in un certo senso più graziosa.

Il sesso in questi uccelli non determina solitamente una grande varietà di dimensioni. Infatti la maggior parte delle femmine sono di poco più piccole dei maschi della stessa specie e le diversità strutturali sono limitate a piccole differenze morfologiche come un becco più affusolato e una figura leggermente più snella nella femmina. Variano molto invece i comportamenti e i richiami prodotti. I piccioni sono normalmente animali dalle abitudini monogame.

Ma cosa rende speciale il Colombide nel mondo dei volatili? Ciò che lo rende in un certo senso unico è la sua capacità di “risucchiare” l’acqua quando si abbevera. Infatti solitamente gli altri uccelli applicano un’altra metodologia che prevede la necessità di innalzare il capo per ingurgitare il liquido raccolto con il becco. Un’altra speciale caratteristica è la produzione del “latte di gozzo”, una sostanza nutritiva ottenuta dalla prolattina tramite la degenerazione delle pareti del gozzo, con cui i genitori (sia maschi che femmine) nutrono i piccoli fino a quando non raggiungono l’autonomia (circa 3 settimane dalla nascita).

I piccioni e i colombi in città

Gli esemplari che popolano le città italiane (e del resto del mondo) sono animali che hanno trovato utile la migrazione da zone non abitate verso zone urbane per vari motivi (tra i quali anche un intervento massiccio dell’uomo sui loro ecosistemi naturali). Questi esemplari selvatici si sono molto spesso incrociati con altri esemplari (della stessa specie o di specie simili) allevati dall’uomo in cattività. Questa interazione ha portato gli uccelli un tempo alieni a questi contesti a risiedere più o meno in modo permanente nelle città e a mutare il proprio stile di vita per sfruttare al meglio le risorse provenienti da ambienti urbanizzati, perdendo definitivamente l’istinto a tornare nelle colonie naturali.

Questa popolazione di animali selvatici stabilitisi in zone urbane crea molto spesso problematiche decisamente fastidiose per i cittadini. Le tipologie di danni causati da colonie di piccioni vanno da potenziali rischi di natura sanitaria a danni alle proprietà, per questo sempre più privati e amministrazioni comunali si impegnano quotidianamente nella ricerca di soluzioni per arginare o limitare queste difficoltà di convivenza. Secondo una recente stima le città italiane spendono una media di 160mila euro l’anno per riparare ai danni dovuti agli insediamenti e agli escrementi di piccione, mentre secondo gli esperti in territorio italiano abbiamo circa la presenza di 1 piccione ogni 10 abitanti nelle aree urbane. Una legge del 2004 ha assimilato il piccione alla categoria di animali selvatici (e non animali infestanti come ratti e insetti) e quindi la salute dell’animale va opportunamente tutelata, facendo in modo ogni azione intrapresa nei confronti della specie non sia lesiva per la sua salute. In poche parole: quando si vogliono allontanare piccioni e colombi bisogna agire in modo etico e cruelty free.

Piccioni e colombi maggiormente diffusi in Italia

Le varietà presenti in Italia di Colombidi sono ridotte, ecco brevemente illustrate le caratteristiche degli esemplari locali e una spiegazione su come riconoscere le varie specie principali che possono essere osservate nel nostro paese, in contesti urbani o naturali.

Colombo (o piccione) Selvatico – Columba Livia L., 1758

Questa varietà è oggi diffusissima in tutto il mondo (perchè introdotta dall’uomo in molti habitat non autoctoni) ma è originaria di Europa meridionale, Nord Africa, India, Siria e Palestina. Oggi la specie originale si è ibridata comunemente con razze domestiche, per esempio in Italia dal Columba Livia sono derivati i Colombi Torraioli, popolarissimi nei centri abitati di tutta Italia e anche tante varietà di colombi domestici. In Italia è possibile trovare la razza pura originale principalmente in alcune zone della Sardegna.
Un esemplare medio è lungo dai 30 ai 34 cm e pesa dai 180 ai 335 grammi. Il colore è grigio (più tenue in femmine ed esemplari giovani) con iridescenza verde-blu, il tono del piumaggio è più scuro sul dorso e sul capo mentre sono solitamente di una tonalità più chiara le ali, caratterizzate dalla presenza di una banda di colore grigio molto scuro presente anche in fondo alla coda. Le iridescenze sono presenti principalmente sul collo e sul petto. Il becco è piuttosto scuro e le zampe quasi rosse, l’iride dell’occhio è di colore giallo arancio di tonalità a volte più tendenti al rosso.
Questi esemplari si cibano di granaglie coltivate e spontanee e saltuariamente di bacche e piccoli invertebrati come lumache e vermi. Il Colombo Selvatico e i suoi ibridi hanno l’abitudine di vivere in gruppo o quantomeno in coppia. In situazioni di necessità (come la scarsità di cibo) possono radunarsi anche gruppi molto abbondanti.
Le abitudini riproduttive prevedono la formazione di una coppia stabile, la deposizione di 2 uova di colore bianco o molto chiaro che hanno un periodo di incubazione da 16 a 19 giorni e che vengono prese in carico da entrambi i genitori. In ambienti naturali la nidificazione avviene su rocce in posizione elevata, ma in città avviene solitamente sui tetti di case ed edifici.
Le razze domestiche derivate da questi esemplari differiscono molto dagli antenati selvatici e spesso non sono più in grado di adattarsi alla vita lontana dall’uomo.

Colombaccio Europeo – Columba Palumbus L., 1758

Il Colombaccio Europeo è una specie tra le più diffuse in Europa (specialmente nel nord) ma presente anche in Persia e in India. Si trova a suo agio nei centri cittadini, che spesso popola in grandi stormi. Di dimensioni maggiori del Columba Livia, è solitamente lungo dai 41 ai 45 cm e pesa tra i 285 ai 690 grammi, con differenze minime tra i sessi. La colorazione è grigia con irridescenze bluastre, il petto grigio rosato e presenta caratteristiche macchie bianche ai lati del collo circondate da una zona di colore blu verde. Presenta una banda nera al termine della coda e bande bianche sulle ali; il becco è giallo con sfumature più scure alla base, le zampe rosse o di colore scuro e l’occhio ha iride verde chiaro o giallo. Questa specie è molto adattabile e può essere stanziale, migratrice o parzialmente migratrice in base alle necessità. Nidifica solitamente sugli alberi e produce due uova per coppia dal guscio bianco. Le uova hanno un periodo di incubazione di circa 16 o 17 giorni e vengono curate dalla coppia.

Colombella – Columba Oenas L., 1758

La Colombella o Columba Oenas è diffusa in tutta Europa, in Asia e in Africa del Nord in 3 distinte sottospecie: Columba Oenas Oenas, Columba Oenas Hyrcana, Columba Oenas Yarkandensis.
Detta anche Palombella, è un animale grazioso che predilige gli ambienti collinari e alle zone boschive con grandi alberi ma che saltuariamente si adatta anche alle zone cittadine. In Italia non è presente in Sardegna mentre nel resto del paese è diffusa anche se attualmente la specie appare in calo come popolazione rispetto al passato, forse a causa del disboscamento di molte aree un tempo elette dalla specie come territori ideali. Gli occhi della Colombella sono neri con iridi molto scure, il becco è rosso, il sotto ala scuro, non ha né barre bianche alle ali né groppone (parte del dorso immediatamente precedente alla coda) bianco. Invece, due barre scure caratteristiche segnano la parte superiore delle ali.

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