I calabroni: come riconoscerli e capire quali pericoli corriamo in loro presenza

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L’insetto che conosciamo comunemente come calabrone è senza dubbio uno dei più paurosi, non solo per via delle grosse e minacciose dimensioni ma anche per la pericolosità della sua puntura (che in alcuni casi può addirittura essere letale per l’uomo); in pochi però sanno che il calabrone non è altro che una varietà di vespide: certo, abbiamo già elencato i vari tipi di vespe in un altro articolo, ma è bene dedicarne uno a sé stante per quei vespidi di grosse dimensioni che vengono comunemente riconosciuti come “calabroni”.

I Calabroni in Italia sono sostanzialmente tre, ovvero la Vespa Crabro, la Vespa Orientalis e la Vespa Velutina; sebbene soltanto il primo sia molto comune e presente nell’intero territorio italiano, tutti e tre possono essere dannosi e nel caso dovessimo trovare un loro nido nel nostro giardino (o addirittura in casa nostra) sarà il caso di prendere immediati provvedimenti.

Calabrone Comune (Vespa Crabro)

La Vespa Crabro, come abbiamo detto, è una varietà di vespa ben riconoscibile non solo dalle sue grosse dimensioni (la Regina può superare i 3,5 centimetri di grandezza ed in alcuni casi raggiungere addirittura i 5) ma anche per il forte ronzio che emette volando. Nel linguaggio comune, questa vespa viene chiamata “calabrone” e in molti la temono per la sua pericolosità; in realtà, il calabrone non è una vespa particolarmente aggressiva e raramente si accanisce contro l’uomo se non ci si avvicina eccessivamente al loro nido.

In questo caso, il rischio che possano attaccare – eventualmente anche in massa – è concreto e le conseguenze possono essere davvero pesanti: se il veleno di una singola puntura è soltanto molto doloroso, infatti, gli attacchi portati da uno sciame possono interferire con le funzioni respiratorie arrivando anche a causare il soffocamento della vittima. Nelle persone allergiche, inoltre, anche una singola puntura di calabrone può rivelarsi mortale se non si interviene tempestivamente. Vanno comunque sottolineati due aspetti importanti: solo le femmine sono munite di pungiglione, ed essendo sostanzialmente delle vespe questi non rimane ancorato alla cute in seguito all’utilizzo e si può rimuovere senza eccessivi grattacapi.

Aldilà della sua pericolosità, comunque, la Vespa Crabro si può facilmente riconoscere dal suo aspetto, caratterizzato dalla tipica colorazione gialla e nera. Ha due grosse antenne sul capo e delle ali gialle chiare; la sua natura di predatore la spinge a nutrirsi fondamentalmente di mosche, bruchi ed altri insetti. Ma ciò che più affascina sono i suoi nidi, delle vere e proprie opere d’arte in legno masticato: anche i calabroni infatti sono soliti costruire la propria casa utilizzando cellulosa e corteccia di albero impastata con la loro stessa saliva; all’interno di queste complesse strutture, che può capitare di trovare nelle canne fumarie o talvolta anche all’interno dei cassoni delle tapparelle nelle case di campagna, essi depongono le uova.

Nel giro di una settimana, queste danno vita a delle larve che impiegano altre due o tre settimane per entrare nella fase pupale e diventare delle vespe adulte nel giro di una quindicina di giorni. Il nido ha l’aspetto di una cupola con la parte vuota rivolta verso il basso, all’interno della quale si trovano le tipiche cellette esagonali. Dopo aver descritto vita, aspetto e abitudini del calabrone più comune del nostro territorio, andiamo ora a vedere gli altri due Vespidi di grosse dimensioni e che si possono chiamare a loro volta calabroni e che (sebbene in numeri molto inferiori della Vespa Crabro) possiamo trovare anche in Italia: la Vespa Orientalis e la Vespa Velutina.

Calabrone Orientale (Vespa Orientalis)

La Vespa Orientalis è un calabrone molto simile alla Vespa Crabro della quale abbiamo appena parlato; le sue dimensioni, però, sono leggermente inferiori (difficilmente le regine arrivano ai 3 centimetri, mentre le operaie si attestano sui 2 centimetri) e la sua livrea la rende immediatamente riconoscibile grazie all’uniforme colore rossastro, spezzato solo da un’ampia fascia gialla che ne caratterizza l’addome.

Questa peculiarità non ha soltanto una funzione estetica: la fascia in questione viene resa gialla da una sostanza chiamata “Xantopterina” ed ha lo scopo di catturare l’energia del sole come se fosse un piccolo pannello solare; per questa ragione la Vespa Orientalis è particolarmente attiva nel corso delle giornate più assolate. I suoi nidi vengono costruiti in luoghi asciutti e al riparo dagli agenti atmosferici, come tronchi d’albero cavi e infrastrutture di case in costruzione, ed hanno un aspetto del tutto simile a quelli della Vespa Crabro; in Italia, questo calabrone non è molto diffuso e si può trovare più che altro al sud, principalmente in Sicilia. Per il resto, il suo habitat naturale risiede nel Medio Oriente e nel Nord Africa.

Ad ogni modo, il Calabrone Orientale si distingue anche per una maggiore aggressività ed è pertanto sconsigliato avvicinarsene, in quanto possono cercare lo scontro ed attaccare senza grossi complimenti: la loro puntura è molto dolorosa e causa la morte dell’esemplare, che oltre al pungiglione rilascia sulla sua vittima un particolare feromone che richiama altre operaie; il pericolo maggiore, comunque, lo corrono le api da miele: la Vespa Orientalis può infatti causare gravi danni agli apicoltori, arrivando a distruggere e a saccheggiare interi apiari.

Calabrone Asiatico (Vespa Velutina)

Negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi anche in Italia questo esemplare di vespa, originaria del’Asia (Cina del sud e India), che oramai costituisce una minaccia sempre più seria per la nostra apicoltura: questo per via del fatto che la sua maggior fonte di nutrimento sono proprio le api. Gli alveari presi d’assalto finiscono così per azzerare le loro attività, finendo inevitabilmente per collassare; la lotta a questo insetto è pertanto davvero importante non solo per gli apicoltori e per la nostra economia, ma anche per il nostro stesso ecosistema.

La Vespa Velutina è simile ad un calabrone ma di dimensioni inferiori; si distingue per via del suo colorito più scuro e per una caratteristica banda gialla o arancione verso il pungiglione, con un’altra fascia gialla più sottile vicino alla vita. I nidi primari vengono formati dalle regine e si possono solitamente trovare attaccati a soffitti o terrazze; hanno una forma sferica, con un foro sulla parte inferiore. I nidi secondari sono invece molto più grandi e ovaliformi, tanto che possono arrivare a sfiorare il metro d’altezza: negli strati di celle all’interno trovano casa dai sei ai dodicimila esemplari.

Oltre ai danni recati all’ambiente, le Vespe Velutina sono pericolose anche per l’uomo: la sua puntura è infatti molto dolorosa e nei soggetti sensibili può scatenare uno shock anafilattico potenzialmente letale. Gli esemplari giunti fino al nostro paese si trovano, in genere, sulla riviera Ligure di ponente ed in alcune zone del Piemonte.

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